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La provincia è dedita all'agricoltura,
alla
pesca
e all'industria
nei settori siderurgico, chimico, alimentare, tessile, del legno, del
vetro e della ceramica.
Può vantare alcuni prodotti con certificazione
DOP
e
IGP:
*
Olio Terra d'Otranto
DOP
*
Olio Terre Tarentine
DOP
*
Clementina del Golfo
di Taranto IGP
nonché vini con certificazione
DOC:
*
Vini DOC della
provincia di Taranto
Da menzionare anche l'economia legata al
turismo,
che nelle località di
Castellaneta Marina,
Ginosa Marina
e
Chiatona
del versante occidentale, e
Pulsano,
Leporano,
Lizzano
e
Campomarino
del versante orientale, è ben avviata. L' Economia di
Taranto
si basa su attività connesse alla posizione strategica della città
stessa nel
Golfo di Taranto.
Per questi motivi, la Taranto magno-greca fu un importante centro di
scambi commerciali soprattutto con la
Grecia
e l'Asia
Minore. Nel
Mar Piccolo
in particolare, era fiorente l'industria per la lavorazione del
bisso
e per la produzione della
porpora.
Taranto continuò a mantenere una notevole importanza, trasformandosi in
un luogo di villeggiatura. Il porto di Taranto ospita numerose
imbarcazioni per la
pesca.
La flotta è costituita principalmente da circa 80 pescherecci, che non
superano le 10
tonnellate
di stazza lorda e che praticano la pesca a strascico, mentre le
rimanenti imbarcazioni della piccola pesca operano con reti da posta. Il
mare, ricco e generoso, è popolato da
dentici
e
orate,
cernie,
triglie
e
alici,
gamberi e
calamari.
Taranto inoltre rappresenta oggi la maggiore area di produzione al mondo
di mitili allevati, con un stima prossima alle 30.000 tonnellate/anno e
i suoi 1.300 addetti. La
mitilicoltura
caratterizza da secoli l'economia della città, tanto che la cozza
rappresenta il simbolo gastronomico per eccellenza di Taranto.
L'allevamento delle cozze a Taranto è da far risalire ad epoca molto
remota: si ritiene infatti che sia risorta grazie a
Niceforo II Foca,
dopo le devastazioni operate dai Saraceni nel
927.
Nei secoli successivi, la città riuscì ad avere una sorta di monopolio
sulla produzione. L'Arsenale
Militare Marittimo di Taranto, situato
sul Mar Piccolo e inaugurato il
21 agosto
1889
alla presenza del Re
Umberto I,
ha da sempre avuto sulla città un notevole impatto, sia da un punto di
vista economico e imprenditoriale, che sociale e urbanistico.
Attualmente la
Marina Militare
Italiana lo utilizza per i soli compiti
di supporto e mantenimento in efficienza della flotta. Il porto di
Taranto è localizzato sulla costa settentrionale dell'omonimo
golfo e riveste un ruolo importante sia
da un punto di vista commerciale che strategico. In Mar Grande esiste
inoltre un impianto per il trasporto del
petrolio greggio
destinato ad alimentare la
raffineria
attraverso alcune condotte sottomarine. La presenza del colosso
siderurgico,
risollevò negli anni cinquanta la stagnante economia locale, e contribuì
allo sviluppo delle numerose attività industriali e di servizio ad esso
collegate. Taranto si trasformò da tranquillo centro di provincia in una
grande città industriale, tra le prime per reddito pro-capite, ma
l'industrializzazione costò il prezzo della cementificazione del
territorio, dell'inquinamento atmosferico con conseguente aumento delle
malattie neoplastiche, nonché dell'alterazione delle caratteristiche
ambientali ed ecologiche del Mar Piccolo e del degrado dei quartieri
della città a ridosso dei quali sorse la zona industriale. Nel corso
degli
anni ottanta,
la crisi mondiale della
siderurgia
e l'avvento di nuovi materiali, condusse il gruppo siderurgico verso un
inesorabile declino, sfociato nella sua privatizzazione (ILVA)
avvenuta nel
1995,
con conseguenti problemi di riconversione e calo dell'occupazione. Il
siderurgico di Taranto si estende su una superficie di 15.000.000 di
metri quadri (15 chilometri quadri), con al suo interno 200 km di binari
ferroviari, 50
km di strade, 190 km di
nastri trasportatori,
5
altiforni
e 5 convertitori.
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